
ANALISI DI UN FENOMENO NATURALE
L’aumento della massa muscolare è l’effetto della sintesi proteica, indotta dall’uso di sovraccarichi. Questo è un concetto che vale indipendentemente dall’età e dal sesso del soggetto. La cosiddetta ipertrofia del muscolo, deriva dall’aumento delle dimensioni delle singole cellule muscolari, e coinvolge principalmente le strutture fibrillari contrattili, molte delle quali vengono distrutte in seguito alle microlesioni provocate dal lavoro con sovraccarichi.
Nelle fasi di riposo successive all’allenamento, la deposizione di nuovo materiale proteico favorisce l’implementazione delle miofibrille in termini di quantità ma anche del loro spessore, e si generano nuovi sarcomeri.
Quando si lavora con i pesi, l’aumento progressivo dei livelli di intensità allenante, provoca con le fasi di supercompensazione successive al workout, dei fenomeni di adattamento atti a sopportare meglio il lavoro fisico. L’aumento delle miofibrille è uno di questi fenomeni, che scaturisce come adattamento alla richiesta di forza causata dall’allenamento sempre più intenso, ed è più marcato nelle fibre di tipo 2 (quelle veloci). Già in un lavoro del 1972, alcuni studiosi avevano evidenziato come le fibre rapide dei sollevatori di peso fossero circa il 45% più grandi di quelle di atleti che si dedicavano a prove di resistenza.
La causa principale dell’ipertrofia è quindi l’aumento del materiale contrattile muscolare, ma ci sono altri elementi che concorrono alla crescita muscolare:
il tessuto connettivo e la vascolarizzazione.
Autori come Stone (1) hanno notato che all’aumento del volume delle miofibrille, si accompagnava l’incremento del tessuto connettivale che avvolge le stesse miofibrille. Si è visto che queste modificazioni avvenivano soprattutto a carico del collagene, principale elemento del tessuto connettivale.
Se si considerano i body builders, gli studiosi ritengono che questi presentino un numero di capillari per fibra, maggiore rispetto ad un soggetto sedentario (2). Lo studioso Tesch (3), che ha evidenziato la diversa densità di capillari per millimetro quadrato tra body builders e sollevatori di peso, ha spiegato questa differenza con le diverse modalità di lavoro utilizzate per queste due discipline. Serve ricordare che i powerlifters lavorano con poche ripetizioni ma molto pesanti, lavorando su componenti nervose, mentre i body builders portano all’esaurimento ogni serie effettuata con carichi submassimali, per ripetere poi altre serie intervallate da congruo recupero. Si noti in quest’ultimo caso, dunque, la diversità anche in termini di volume di lavoro.
Quest’ultima metodologia di allenamento, prevedendo anche serie con molte ripetizioni a bassa velocità di esecuzione, contribuisce all’ipertrofia muscolare aumentando il volume e il numero dei mitocondri, diversamente da quanto accade in un tipico allenamento di potenza.
In questi anni i ricercatori hanno dibattuto molto su un argomento per il quale non c’è un’intesa di vedute: l’iperplasia.
Gli sperimentatori hanno ormai confermato come il sovraccarico induca nelle specie animali una proliferazione delle cellule muscolari a partire dalle cellule satellite (4), e un processo di segmentazione longitudinale delle fibre muscolari. Le cellule satellite, disposte tra la membrana basale e la membrana capillare danno origine a nuove cellule muscolari quando sottoposte a stress psicofisico, nel caso di alcune patologie e in seguito a lesioni muscolari. Con la segmentazione longitudinale, invece, una singola cellule si divide in due o tre cellule figlie.
Quello che vale per gli animali non vale però necessariamente per l’uomo. Si pensi che, mentre l’uomo risponde agli stimoli da sovraccarico innescando dei processi che portano all’ipertrofia, gli animali rispondono a questi stimoli con l’iperplasia. Questo non prova l’esistenza dell’iperplasia per l’uomo, e la difficoltà di accertarne l’esistenza, è dovuta anche a fattori molto pratici di misurazione. Si può citare a questo proposito una frase del Prof. Antonio Paoli, ripresa dal libro di Fabio Zonin “Boby Building ad alta intensità” :
“……..sarebbe infatti necessario sacrificare il soggetto come si fa con l’animale da laboratorio. Nell’uomo, bisogna eseguire due biopsie successive con il rischio che, se effettuate ravvicinate, come dovrebbe essere per cogliere la stessa zona, la seconda biopsia potrebbe venire influenzata dalla prima”.
Ci sono comunque delle indicazioni che fanno pensare al fatto che l’iperplasia possa non essere soltanto una prerogativa degli animali. L’autopsia effettuata su giovani maschi sani morti accidentalmente, ha rivelato circa il 10% in più di fibre nella gamba più forte, avvalorando le tesi di chi è a favore dell’esistenza di iperplasia nell’uomo.
Esista o meno l’iperplasia per l’uomo, la certezza è che l’accrescimento muscolare che deriva dall’ esercizio fisico di potenziamento vede come maggiore responsabile l’ipertrofia, cioè l’aumento di volume delle cellule già esistenti (4).
Per concludere, parlando di sistemi energetici, è opportuno aggiungere che nell’allenamento con sovraccarichi si registra un aumento della concentrazione intracellulare di ATP, CP e glicogeno, cosa che favorisce la liberazione di energia per mezzo della via anaerobica, sistema energetico preponderante nel lavoro del body builders.
In merito ai risultati che è possibile ottenere dal lavoro con i pesi finalizzato a costruire massa muscolare, si tenga presente che l’atleta con un buon rapporto massa magra/massa totale risulta favorito (5). La composizione corporea di partenza gioca quindi un ruolo importante negli effetti futuri che si possono trarre dall’allenamento.
FONTI BIBLIOGRAFICHE
McArdle-Katch-Katch : Fisiologia applicata allo sport. Casa Editrice Ambrosiana 1998
Marco Neri – Armando Fucci : Dalla forza al bodybuilding. Sandro Ciccarelli Editore 1998
Antonio Paoli et al. : Personal Trainer – Manuale per il professionista. Centro Studi La Torre 2000
Fabio Zonin : Body Building ad alta intensità – Elika 2001
LINK AGLI ABSTRACT DEI LAVORI CONSULTATI
- Stone, Michael. Implications for Connective Tissue and Bone alterations resulting from Resistance Exercise Training. Medicine and Science in Sports and Exercise, Volume 20, Number 5, 1988.
- P.G. Schantz and M. Kallman. NADH shuttle enzymes and cytochrome b5 reductase in human skeletal muscle: effect of strength training – J Appl Physiol 67: 123-127, 1989
- Tesch, P.A. et.al. Muscle capillary supply and fiber type characteristics in weight and power lifters. J. Appl. Physiol. 56(1): 35-38, 1984
- Antonio, J. and W.J. Gonyea. Skeletal muscle fiber hyperplasia. Med. Sci Sports. Exerc. 25(12): 1333-1345, 1993
- Van Etten, L.M., Verstappen, F.T., & Westerterp, K.R. (1994). Effect of body build on weight-training-induced adaptations in body composition and muscular strength., Medicine and Science in Sports and Exercise 26, 515-5211